Gabriele Toneguzzi

«Vorrei sapere perché»

Allen Ginsberg, San Francisco, 1965: scatto di Ettore Sottsass
Allen Ginsberg, San Francisco, 1965: scatto di Ettore Sottsass

Di Ettore Sottsass junior, è stato esibito, scritto e detto già tantissimo, anche molto recentemente. Non è facile aggiungere qualché d’orginale, pur se l’occasione (il novantesimo genetliaco) in teoria lo richiederebbe.

Un’altra mostra s’aggiunge alle altre e cerca di farsi largo, come il volume a corredo, tentando di riverberare le mille sfaccettature dell’interrogativo, apparentemente banale, «Vorrei sapere perché». E pur io, attratto dalle sirene evocate dalla domanda, il 5 dicembre m’aggiro a caccia di qualche risposta nel Salone dell’ex Pescheria di Trieste, sorta d’animale imbalsamato, fra l’altro preso a prestito per qualche scena da Francis Ford Coppola per ‘Il Padrino parte II’. (altro…)

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London Design Festival

London westlisting map

Cambiare aria fa bene. E Londra val bene una mossa. Stavolta per curiosare al Design Festival, in occasione del suo quinto compleanno. È una rassegna eclettica, un collante occasionale delle discipline creative che orbitano intorno alla scena del progetto. Il motivo maggiore d’interesse, al dilà dell’overdose d’opportunità per guardare questo o quello, di qualità o meno, è l’utile caccia di storie per capire da che parte tira il vento in questo non certo secondario crocevia del mondo. (altro…)

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Gli anni dello stile industriale 1948-1965. Immagine e politica culturale nella grande impresa italiana

Gli anni dello stile industriale, Carlo Vinti

L’odierna attitudine alla globalizzazione di per sé è un fenomeno tutt’altro che negativo, ma appare banalmente chiara la necessità di vigilare sugli effetti sfavorevoli indotti: per esempio, cercando di contrastare la naturale vocazione all’omologazione, per non dire addirittura della banalizzazione, evitando un appiattimento tendente alla soddisfazione di malintese masse informi egualitarie formate da puri consumatori. A rischiare, in questo stato di cose, è l’originalità, un’eccentricità sovente considerata come rischioso insieme di pericolose punte da smussare.

In passato, dal primo dopoguerra fino a circa la metà dei sessanta, l’approccio è stato diverso: da un lato i margini operativi aziendali, forse più elevati di quelli odierni, oltre al tipo di produzione inducevano le ditte a lanciarsi in strategie di comunicazione d’alto profilo intellettuale, sebben orientate al mercato, con meno patemi; dall’altro l’impresa industriale, per il tramite della propria dirigenza, riteneva di dover perseguire una politica culturale autonoma che determinava la sua propria immagine peculiare, se non addirittura uno stile.

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Storia, studi, visioni dell’interaction design

Un esempio di processo per l’ipotesi di sviluppo di un dispositivo tattile
Un esempio di processo per l’ipotesi di sviluppo di un dispositivo tattile

Capita quasi giornalmente a tutti noi di battagliare, sovente senza successo, con qualcuno della miriade degli oramai irrinunciabili dispositivi che costellano la nostra esistenza. Operazioni banali sul nostro cellulare o l’impostazione di qualche funzione in un televisore esigono a volte impegno e attenzioni degne di miglior causa. Quelli che dovrebbero essere atti quasi inconsapevoli si mutano cosí in cervellotici e irritanti percorsi a ostacoli nel tentativo di trovare una chiave di funzionamento. E se l’acquisto di un prodotto passa senz’altro attraverso un esame generalmente approfondito relativo al suo aspetto esteriore, molto più difficilmente sono valutate, o addirittura nemmeno prese in considerazione, le sue fondamentali caratteristiche interattive. (altro…)

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Il Modo Italiano. Design e avanguardie artistiche in Italia nel XX secolo

Video di Gustav Hofer

Rovereto (TN). Altra mostra sul design italiano: altra celebrazione di glorie passate. Che son storia recente. In attesa dell’italico museo del design, pronto – non si sa perché – chissà quando, magari coi pezzi divenuti nel frattempo fossili, ecco aggirarsi nelle sale, per l’ennesima volta, i soliti noti. Una processione di Castiglioni, Colombo, Mari, Pesce, Sottsass, Zanuso, etc., preceduti dagli Albini, Baldessari, Figini&Pollini, Ponti, Terragni, con un’interessante variante: la compagnia di qualche artista coevo. Un viatico, quest’ultimo, indispensabile e purtroppo assente appena un piano più sopra, nel contemporaneo e più grande allestimento riservato a ‘Mitomacchina’. Questa mostra, frutto di una coproduzione del Mart congiunto al Musée des Beaux Arts de Montréal, è stata costì ospitata come pure al Royal Royal Ontario Museum di Toronto, approdando ora a Rovereto, ultima tappa. (altro…)

This entry was written by gt, posted on 4 Maggio 2007 at 16:40, filed under Architettura, Articoli/scritti, Biblioteca, Industrial design, Recensioni, Riviste. Leave a comment or view the discussion at the permalink.

One Laptop per Child (Olpc)

Green and white e-book One Laptop per Child (Olpc)
One Laptop per Child (Olpc)

Che ne direste se, per circa 80€, qualcuno vi proponesse un laptop dalla concezione radicalmente innovativa e per giunta ben disegnato? Ebbene, per quanto inverosimile possa sembrare, quest’utopia si stia concretando con le prime consegne, effettuate a partire dal termine del mese appena trascorso. Olpc, One Laptop Per Child: ecco il nome del progetto partorito sotto la direzione di Nicholas Negroponte all’interno del Massachusetts Institute of Technology.

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Jean Prouvé. La Poetica dell’Oggetto Tecnico. Mantova, Fruttiere di Palazzo Te, 18 febbraio - 22 aprile 2007


info mostra

Jean Prouvé (1901-1984) ha contemperato etica del lavoro e creatività spaziando fra artigianato ed industria. È stato progettista originale e completo, al dilà del banale ‘pezzo di carta’ che gli mancava, sempre occupato a trovare soluzioni innovative, razionali e coerenti rispetto ai mezzi tecnologici a sua disposizione. Ciò, sia in architettura che nell’industria, indifferente alla scala, sia che si trattasse di costruire mobili, facciate, oppure edifici interi. Ha cercato anche di trasmette tutto ciò tramite l’insegnamento svolto per parecchi anni, dal 1957 al 1970, presso il CNAM (Conservatoire National des Arts et Métiers) a Parigi.

Gabriele Toneguzzi

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This entry was written by gt, posted on 27 Febbraio 2007 at 19:14, filed under Architettura, Articoli/scritti, Biblioteca, Industrial design, Recensioni. Leave a comment or view the discussion at the permalink.

Ceci n’est pas une exposition

Battista – Pinin – Farina con il figlio Sergio ed Harlow H. Curtice Presidente della General Motors Corp.
Battista “Pinin” Farina con il figlio Sergio ed Harlow H. Curtice, presidente della General Motors Corp.

Autosalone Mart
« Mitomacchina » celebra le automobili come prodotti di contemplazione estetica a discapito della comprensione critica del fenomeno

ROVERETO (TRENTO). Il « pianeta Mart » si appresta a narrare l’epopea di un altro mito. Dopo aver celebrato quello dedicato alla Montagna (102.000 visitatori nel 2003-2004) ora è la volta dell’automobile, rivoluzionario prodotto industriale del Novecento e incontrastato oggetto del desiderio dal forte richiamo estetico.

Accattivante nel titolo e nel tema, l’esposizione sembra rivolgersi al grande pubblico e, nei dichiarati intenti, dovrebbe accostare la scientificità di un progetto di ricerca alla contaminazione di ambiti diversi. Tuttavia, invece d’indagare nel dettaglio le implicazioni tecniche, sociali, economiche, ambientali legate al microcosmo dell’auto, i curatori (tra cui studiosi come Maldonado e designer direttamente « interessati » come Pininfarina e Giugiaro) di fatto sembrano puntare all’estetizzazione degli oggetti selezionati, esaltandone il valore iconico e privilegiando la mera contemplazione estatica rispetto alla comprensione. (altro…)

This entry was written by gt, posted on 6 Febbraio 2007 at 07:33, filed under Articoli/scritti, Biblioteca, Industrial design, Musei, Recensioni, Riviste. Leave a comment or view the discussion at the permalink.

25 anni a « très grande vitesse »

Geografia francese ridisegnata secondo il Tgv
La geografia del territorio francese ridisegnata dopo l’entrata in servizio del Tgv Méditerranée

Le prime prove sono cominciate il 13 novembre 2006 e, salvo intoppi, il 10 giugno 2007, con un anno di ritardo, sarà attivata parte della nuova linea a Très grande vitesse (300 km/h) Parigi-Strasburgo, di circa 450 km. I costi preventivati per la sua realizzazione ammontavano nel 1992, relativamente all’infrastruttura, a circa 4 miliardi di Euro non attualizzati, mentre quelli per la costruzione del materiale rotabile si attestavano a circa 1 miliardo. Durante la progettazione è stato curato in modo particolare l’inserimento della nuova infrastruttura nel paesaggio attraversato. Sono stati predisposti numerosi corridoi ambientali destinati alla fauna e valutato approfonditamente l’equilibrio idraulico generale. Per i rinverdimenti s’è scelto l’esclusivo impianto di specie autoctone.

Fervono i preparativi intorno alle nuove tracce orarie già da tempo abbozzate; anche a una rapida scorsa, si possono apprezzare significativi tagli nei tempi di percorrenza a tracciato completo. Per esempio, da Parigi, verso Strasburgo, 2 ore e 20’ contro le 4 di oggi; in Italia per coprire una distanza di 90 km in più (Torino-Trieste) servono ora, nella migliore delle ipotesi, 6 ore e 35’. (altro…)

This entry was written by gt, posted on 15 Gennaio 2007 at 16:32, filed under Articoli/scritti, Biblioteca, Ferrovie, Industrial design, Paesaggio, Riviste, Territorio. Leave a comment or view the discussion at the permalink.

Mitomacchina, Mart Rovereto

(Vai all’articolo redatto dopo il sopralluogo)

In attesa di elaborare prossimamente la recensione della mostra, ecco tre anaglifi (foto stereoscopiche) da guardare con gli occhialini rosso-ciano elaborati a partire da foto scattate alla belle meglio (con la camera del telefono, senza la necessaria attrezzatura specifica) l8 dicembre us in occasione del sopralluogo effettuato per il GdA con L+V.


Alfa 40-60 hp Ricotti aerodinamica, carrozzeria Castagna, 1914 cliccare per aggrandire

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This entry was written by gt, posted on 14 Dicembre 2006 at 02:43, filed under Articoli/scritti, Fotografia, Industrial design, Multimedia, Recensioni, Riviste, Storia. Leave a comment or view the discussion at the permalink.

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