Gabriele Toneguzzi

Un lavoro di due studentesse: Venezia, San Zuane Gristosomo, panorama sferico

(tenere cliccato il mouse entro la finestra spostandosi per vedere volta e pavimento)


Questa è opera (versione low-res) di Mariacarla A. e Veronica N.; qualche piccola sbavatura ed imperfezione. Ma il risultato sembra digià buono. Ora pensate alla Fenice!

This entry was written by gt, posted on 12 Novembre 2006 at 00:12, filed under Architettura, Didattica, Digital life, Fotografia, Multimedia. Leave a comment or view the discussion at the permalink.

Luigi Figini: Casa colle zampe


Luigi Figini casa al villaggio dei Giornalisti, Milano 1933-1934
(cliccare sull’img per aggrandire l’anaglifo)

 

Questo è l’anaglifo (visione stereoscopica 3D apprezzabile con gli occhiali rosso/ciano) di casa-colle-zampe, come l’ha opportunamente battezzata R.; ecco il modello fotografato durante una visita didattica cogli studenti del corso Iuav-ClasVem, ieri entro la biblioteca del Mart, a Rovereto, che pure custodisce l’archivio dei Figini-Pollini.

Una casa su pilotis come Villa Savoie (1929-1931) « Si compone di due piani abitabili e di un sottoportico aperto, sotto il quale si prolunga il giardino. La pianta della casa, con forma rettangolare allungata, è orientata secondo la direttrice nord nord-est e sud sud-ovest e tutte le aperture sono disposte e dimensionate in funzione di una ottimale esposizione. Il sottoportico e i pieni e i vuoti soprastanti sono legati fra loro da rapporti armonici semplici. Un modulo costante determina le dimensioni sia in altezza che in orizzontale ». (brano tratto da Quadrante 31-32, 1935)

 

altre info su casa ed autore

Qui sotto, il prospetto in una foto d’epoca: Potrete trovare ancora (però soffocata dall’attuale contesto) la casa a Milano, presso il csd. Villaggio dei giornalisti, in Via Perrone di San Martino

Piante e sezioni

Vista dall’alto

Casa colle zampe: vista dall’alto

Foto dello stato attuale (fonte: Meam Net)

Vista parziale odierna
Esterno

Vista odierna interno
Interno

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Denver Art Museum: 4 settembre 2006


Denver Art Museum, Daniel Libeskind
(cliccare sull’img per aggrandirla)

Tre foto scattate prima dell’inaugurazione, cucite assieme correggendo la prospettiva architettonica, scientificamente, tramite PTGui dell’ottimo Joost Nieuwenhuijse. Ed anche su Mac…

Grazie, Roberta!

This entry was written by gt, posted on 5 Novembre 2006 at 21:35, filed under Architettura, Digital life, Fotografia. Leave a comment or view the discussion at the permalink.

Display flessibile

Esempio display flessibile
Display flessibile (Plastic Logic)

Flexidis
I prossimi display saranno sempre più sottili, flessibili e costruiti su substrati di metallo o di plastica. E si potranno pure indossare. Si sta lavorando molto alacremente acciocché ciò diventi presto realtà in varie parti del mondo. Alcuni dispositivi, frutto di una ricerca finanziata dall’Unione Europea nell’ambito del VI Programma Quadro, sono digià prototipi. Ed entro non molto tempo potrebbero essere commercializzati. Tra i partner del progetto intitolato FlexiDis c’è pure l’Istituto di fotonica e nanotecnologie (Ifn) del Cnr che sta contribuendo soprattutto all’ideazione e messa a punto dei dispositivi necessari al controllo dei singoli pixel degli schermi. Le proposte derivate da questi studi sono classificabili in due famiglie di prodotto: la prima raggruppa schermi a colori che utilizzano sorgenti di luce a base di materiali organici, mentre la seconda riunisce schermi monocromatici avvolgibili simili a fogli elettronici da utilizzare a mo’di quotidiano. A livello dimensionale, entrambe dovrebbero basarsi su elementi spessi circa 0.1mm arrotolabili entro un diametro di 15mm. È facile vaticinare che da tutto ciò ne trarrà giovamento il disegno d’una serie d’apparecchi esistenti come, ad esempio, i telefoni mobili od i sistemi di navigazione personale legati al posizionamento satellitare. Oppure ancora qualsivoglia sistema di visualizzazione d’informazioni ricevibili senza filo. Di tutto un po’, come ipotizza in un recente articolo pure The Economist: un impiego prosaico potrebbe essere pure quello di sostituire i classici cartellini dei supermercati almanaccando una nuova generazione d’offerte a tempo aggiornabili istantaneamente.

Pubblicato sul Giornale del Design (allegato al Giornale dell’Architettura n°41, giugno 2006)
 

This entry was written by gt, posted on 4 Settembre 2006 at 17:19, filed under Articoli/scritti, Biblioteca, Digital life, Industrial design. Leave a comment or view the discussion at the permalink.

Always on: Connect Card UMTS/HSDPA

Connect Card PCMCIA HSDPA/UMTS/GPRS

ccv mobile

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Più d’un operatore telefonico mobile inizia a proporre nei propri listini interessanti Connect Card PCMCIA HSDPA/UMTS/GPRS destinate alla crescente utenza mobile ma che costituiscono una valida alternativa per molti, un mezzo utile a saltare l’opprimente muro del csd. digital divide che angustia chi non è raggiunto dalle tecnologie DSL. Attendendo l’aggiornamento di tutte le stazioni radiobase UMTS allo standard HSDPA che, in linea teorica, garantirà flussi dati di 1,8 Mbps in download e 384 kbps in upload (un operatore pubblicizza l’upgrade completo delle proprie già installate sul territorio italiano), la situazione attualmente è questa: in mobilità (ferroviaria e non, tunnel esclusi), qualora vi sia copertura UMTS (purtroppo esistono molte discontinuità) e un segnale di potenza sufficiente, la navigazione è accettabile. Inviando però email con allegati appena consistenti, bisogna armarsi di molta pazienza: sono necessari circa dieci minuti, sotto UMTS, per spedire un totale di circa 3Mb. Di quel che succede via GPRS meglio non parlarne. Le tariffe proposte sono in genere uno spinosissimo ginepraio zeppo di trappole dalle quali è necessario guardarsi; per soprammercato l’accesso agli eventuali spot Wi-Fi tramite PCMCIA si paga in modo spropositato. L’installazione dei pacchetti di programma necessari al funzionamento generalmente è a prova d’idiota e qualcuno supporta pure i notebook Mac. È conveniente, in genere, acquistare i dispositivi anziché avvalersi d’onerose formule vincolate, controllando la possibilità che non siano provvisti di blocchi per consentire eventuali successive migrazioni ad altri gestori. Dopo aver lanciato il software, di seguito all’inizializzazione – che dura qualche decina di secondi –, si procede con la connessione. L’antenna aggiuntiva esterna è generalmente superflua. Terminato l’uso si può disattivare la periferica tramite menù dalla barra comandi. Il consumo della batteria del notebook non sembra aumentare in modo molto sensibile rispetto all’uso abituale. Nel caso d’utenze fisso/mobili è consigliabile avvalersi d’un apposito router che consente, alla bisogna, di disinserire la scheda PCMCIA onde innestarla in un notebook. La SIM-Card è autonoma ed è abilitata solo al traffico dati: su questo tipo di utenze, ad ora, non sono previste le usuali tassazioni voce.

Performances
HSDPA 1,8 Mb/384 kbps (download/upload), UMTS 384/64 kbps; GPRS (modalità
always on) 32/8 kbps minimo

Glossario
PCMCIA
Personal Computer Memory Card International Association
(Standard relativo alle periferiche da inserire entro i notebook)
Sistemi di trasmissione dati
HSDPA
High Speed Downlink Packet Access
UMTS
Universal Mobile Telecommunications System
GPRS
General Packet Radio Service
WI-FI
Wireless Fidelity: è il nome commerciale delle reti locali senza fili 

This entry was written by gt, posted on at 16:45, filed under Articoli/scritti, Digital life. Leave a comment or view the discussion at the permalink.


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