Gabriele Toneguzzi

Come si mangia in treno? Terza parte: opinioni

Come si mangia in treno?
Il vostro collega, Jacopo Rangoni, propone questa valida analisi sui vari modi di cibarsi a bordo treno
in questo terzo post potrete farvi un’idea tramite delle opinioni altrui; nel primo post ho inserito delle foto evocative, nel secondo post, dei video

Tanto&Buono e Pulito&Giusto: torneremo a mangiare in treno?

E’ la sfida più calda dell’estate quella scoppiata tra i fornelli di Trenitalia. Sconfitto nella gara d’appalto , il Gruppo Cremonini non vuole lasciare il posto ai vincitori, i francesi di Accor, e ha ordinato ai suoi addetti di barricarsi in cucina in attesa che il TAR si pronunci sul ricorso. E per ostacolare la nuova gestione fa salire sui treni perfino i dirigenti di Chef Express. “Spiace – dicono – dover abbandonare in modo così brusco un servizio gestito per quasi vent’anni”, ma Trenitalia ha rifiutato il subentro morbido. Intanto il braccio italiano di Accor, la società Tanto&Buono, ha già pronti menù e listini (pdf) che promettono una svolta gourmand. Niente cucina francese ma “prodotti locali di prima qualità per piatti dieteticamente equilibrati e sani”. Apertura di credito concessa per la collaborazione con Slow Food, non solo consulente, ma ideatore menù “a tema” (?). Tra le offerte della Tanto&Buono anche piatti per musulmani (senza carne di maiale) e ricette per la clientela vegetariana e vegana.

Non che far meglio di Chef Express sia un’impresa, ma cosa pensate dell’accordo Slow Food-Tanto&Buono? Finirà finalmente l’incubo del servizio sgarbato, della pasta collosa, degli arrosti sudati?

Scritto da: Antonio Tomacelli sabato 8 agosto 2009 fonte: www.dissapore.com

Risposta di un blogger di www.dissapore.com al post  : Tanto&Buono e Pulito&Giusto

Ho avuto un esperienza tragicomica recente – quasi incredibile, ma vera – su un frecciarossa, Roma – Venezia.

Andiamo nel vagone ristorante. Sparito il menu, spariti i fiori, sparito l’annuncio di inzio, ci sediamo perplessi ai disadorni tavoli visto che ci sono altri apparentemente in attesa. Appare una fanciulla in divisa con l’aria affannata e disordinata, che prima di precipitarsi nell’area di servizio come per un ripensamento frena, si gira a metà e ci urla a gola spiegata: “Chi vuole i rigatoni?”.

Colti alla sprovvista, eppure vogliosi di conforto, dopo qualche vistosa perplessità – ma che cavolo succede? – ci adeguiamo, e in molti diciamo di sì; ma uno sprovveduto anglofono, cercando a fatica le parole italiche chiede: “Altrimenti, cos’altro?”.

“Nulla”, esclama quella stentorea, decisa, precisa, definitiva.

“E poi che ci sarà?”

“Fettina o parmigiana”

“Si potrà avere del formaggio?”

“Eh, no”. (signor mio, quante ne vuoi?).

L’anglofono con famiglia senza più fiatare si alza e se ne va. Noi ed altri resistiamo (la forza dell’inerzia). Tutto procederà in tono, inclusa la parmigiana con superficie esterna tiepida e cuore da freezer. Conto per rigatoni (del tipo al dente-gommoso rimbalzante, con sugo che non riesce a aderirvi per nessun motivo e scivola da tutte le parti, quelli insomma precotti) e parmigiana, un po’ più di 40 euro a testa (incusa la mezza bottiglia di Chianti).

Chiedo se è in corso un’emergenza, o se è sempre così. “E’ sempre così, cara mia – risponde la fanciulla che non vede l’ora di lamentarsi – Siamo solo in tre, dobbiamo fare tutto, prima c’era la cucina espressa, adesso..”. “E già – dico io – ho ben visto”. “E’ cambiata la gestione”, aggiunge quella. “E’ una bella schifezza a caro prezzo”, chiarisco. “E come no – assentisce lei – protestate voi, che a noi non ci sentono”.

Concludo: vada quelcun altro a verificare se è proprio sempre così. Attendo notizie, io ho fatto la mia parte.

Artemisia Comina blogger di WWW.dissapore.com

Mangiare in treno

Non può che essere una fotografia pubblicitaria - in questo caso del Cisalpino - perchè chi mangia in treno non ha tanta voglia di sorridere in quanto si aspetta di mangiare mediocremente e ogni volta la pur bassa aspettativa viene confermata, ma al ribasso. Infatti in treno si mangia male, serviti peggio, da personale che non vede l’ora di finire il servizio.

Ma, potrebbe pensare qualcuno, si può andare al bar. Di solito la scena è la seguente: in piedi, in coda davanti a un banco dove un povero addetto fa il caffè - mediocre quando la macchinetta funziona - scalda i panini, serve da bere, fa i conti e dà i resti quasi sempre chiedendo spiccioli perche se no…

Tutto questo sugli eurostar Roma - Milano e Torino - Venezia, quelli i cui biglietti stanno per aumentare. Negli altri treni il servizio e la qualità sono, se possibile, peggiori.

Avete mai provato le confezioni di tortelloni sotto vuoto che vi scaldano al banco? E il risotto alla marinara?  :((

Io mangio spesso in treno e provo tutto: un disastro. In compenso quasi sempre si arriva in ritardo 🙂

Fonte: www.paperogiallo.com

Aridatece Chef Express

Ma si può rimpiangere Chef Express?

E invece si, si può, specialmente dopo avere provato la nuova ristorazione di T&B, la società francese che ha vinto la gara di appalto per il servizio ristorazione sugli Eurostar di Trenitalia.

La beffa è che T&B è l’acronimo per Tanto & Buono, proprietà la Compagnie des Wagon-Lits, cioè Accor.

Altra particolarità, Chef Express, del Gruppo Cremonini, che ha perso la gara, l’ha vinta in Francia per i servizi di ristorazione sui TGV.

Fa piacere constatare che anche un semplice utente senza le pretese del gourmet si trova sulla stessa lunghezza d’onda del rimpianto avendo provato la “nuova cucina tanta&buona.

“Aridatece er Puzzone” era il grido contro la nuova classe politica nel primo dopo guerra e noi gridiamo, dopo avere provato le orecchiette al pomodoro e basilico (tutto microonde) sul Padova-Roma, aridatece Chef Express, che ti serviva primi piatti mediocri, non ci sono dubbi, ma questi francesi…

Ps Nel menu del ristorante c’è un’introduzione: “… Treno Servizi Integrati, con il marchio T&B, grazie all’esperienza di CAMST e il controllo di Slow Food, assicura la massima attenzione alla qualità degli alimenti, alla selezione dei prodotti e dei fornitori”.

Io, fossi in Slow Food, mi preoccuperei per questo uso del marchio.

Fonte www.paperogiallo.com

Mangiare in Treno

Posted by bunny chan

I giapponesi, si sa, sono delle buone forchette, e non per niente Tokyo è la città col più alto numero di ristoranti pro capite! Ma il cibo si può comprare ovunque, e ad ogni ora del giorno e della notte!

In special modo le stazioni dei treni sono piene di negozietti che vendono cibo, come i famosi ekiben (pranzi nelle scatole, a portar via)!

Sul treno, infatti, un giapponese medio non può esimersi dal mangiare! Sembra sia l’elemento essenziale di qualsasi gita fuori porta che si rispetti!

E chi sono io per non rispettare le tradizioni? Tanto più che quando dovevo spostarmi, dovevo svegliarmi all’alba e non avevo mai tempo per fare colazione come si deve!

Prima di tornare in hotel, quindi, passavo dal konbini lì all’angolo e mi rifornivo di cibarie per il giorno dopo, e le infilavo nello zaino, così da essere ben equipaggiata il giorno dopo in treno!!!

Qui faccio colazione con matchalatte e pain au chocolat.

Fonte: www.bunnychan.it

This entry was written by gt, posted on 26 Maggio 2010 at 18:21, filed under Biblioteca, Didattica, Ferrovie. Bookmark the permalink. Follow any comments here with the RSS feed for this post.

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