Gabriele Toneguzzi

Archicad release 10


Schermata di Archicad versione 10

Graphisoft ha recentemente messo in vendita la nuova versione di ArchiCAD (per la precedente, cfr. GdA n.25), software nato oltre vent’anni fa e giunto alla decima release. Si tratta di una revisione importante, uno dei rilasci più corposi il cui sviluppo s’è protratto, significativamente, per circa due anni e che ingloba molte nuove caratteristiche ed apprezzabili migliorie rispetto ai pacchetti precedenti.A differenza delle vecchie versioni, ora è possibile affrontare con maggior scioltezza la costruzione di forme complesse all’interno del programma senza ricorrere a software accessori: è possibile, ad esempio, regolare l’inclinazione di pareti e pilastri specificandone i parametri graficamente o nelle finestre di dialogo, anche modellando separatamente le facce opposte. Altra innovazione rilevante riguarda gli elementi parete, che possono essere generati a partire da un profilo di sezione comprendente pure parti curve cui, volendo, è possibile assegnare materiali diversi lungo il profilo. Interessante la modalità d’associazione al muro di porte e finestre che possono essere allineate e fatte pendere coerentemente con superfici inclinate.

Nonostante l’importanza di queste innovazioni, è fondamentale chiarire come il set di strumenti « interni » di ArchiCAD non includa ancora primitive « Nurbs » (linee curve policentriche con punti di controllo esterni n.d.r.).

Ulteriore novità di non poco conto è che, per la messa in tavola, non sarà più necessario avvalersi d’un’applicazione esterna (PlotMaker) essendo stata finalmente integrate le sue funzioni in quella principale. Dalla mappa di progetto, visualizzata per default ed opportunamente divisa per colori omogenei, traspare immediatamente la struttura ad albero dei componenti costruttivi, le viste predefinite e personalizzate (possono essere riconosciute trascinandole dalla finestra principale), l’abaco degli elementi costituenti (muri, finestre porte, etc.) utile per il computo. E poi gl’insiemi di viste definite per l’output aggiornabili dinamicamente, predisposte per la stampa o per il salvataggio in svariati formati, fra cui quasi l’intera gamma dei più diffusi come Dwg e Dxf, o addirittura il Pdf3D (solo in Win), anche se, simmetricamente, la procedura d’importazione dei files Dwg/Dxf non è ancora soddisfacente. Degna di nota e incomprensibilmente assai poco sfruttata, è la possibilità di creare panorami interattivi Qtvr navigabili che permettono pure al cliente, in totale autonomia, l’esplorazione della costruzione a proprio piacimento con un normale browser. In poche battute, il flusso di lavoro si svolge in modo sempre più continuo a partire dalla finestra principale, sviluppando la costruzione del modello con l’ausilio della palette d’utensili (muri, finestre, solai, etc.) posti sulla barra sinistra e le finestre di dialogo dei settaggi puntuali dei singoli elementi, per poi spostarsi sulla mappa di progetto, commutando su un qualsiasi componente per procedere a modifiche, rappresentazioni, stampe, etc. Onde evitare la tendenza al sovraffollamento dello schermo, come per altri programmi simili, è preferibile disporre d’un terminale di visualizzazione sufficientemente ampio, impostando una risoluzione opportuna o ricorrendo all’adozione del doppio schermo. L’interfaccia ha beneficiato di miglioramenti, nuovi metodi d’interazione e, nelle operazioni di disegno, di guide ausiliarie puntuali che si attivano alla bisogna: come nella modalità 3D, in cui la navigazione orbitale durante l’editazione è uno degli elementi che contribuiscono a rendere più fluida la messa in opera dei diversi elementi. La documentazione, già molto valida, è ancora migliorata ed include una serie di capitoli sviluppati per gradi all’interno del sistema che prevede esercitazioni da svolgere passo-passo in sincrono ai propri ritmi. Oltre a ciò sono forniti dei documenti pdf ed un manuale cartaceo. Questi non sono di certo aspetti secondari: la piùparte di noi spreca i software che paga interamente ed usa per una parte molto limitata delle loro potenzialità. Investire nella formazione tramite validi ausili, in linea teorica contribuisce a ridurre gli sprechi ed accrescere produttività e opportunità. Fra i punctum dolens nella lungimirante evoluzione in corso verso una completa « simulazione virtuale » dell’edificio in fase di progetto perseguita da Graphisoft v’è da segnalare la mancanza d’associatività. Un esempio per tutti: se disegnate quattro mura con un pavimento ed in seguito spostate una parete, le altre non si allungheranno in automatico ripristinando la connettività dell’insieme. Altra questione delicata è rappresentata dall’assenza di vincoli. Ad esempio, finestre e porte, in certi casi, possono estendersi oltre le murature: non è affare banale nell’ottica dell’integrità del modello. Per l’eventuale apprendimento del linguaggio GDL (non necessario se ci si accontenta delle librerie degli oggetti fornite) si deve metter in conto una dose aggiuntiva d’apprendimento. Altri plug-in forniti dall’italiana Cigraph, come Archistair, necessari se si vogliono costruire scale particolari, vanno acquistati a parte. Il software è disponibile in versione Win e Mac, e qui, pure predisposto per quelli con i nuovi processori Intel.

Gabriele Toneguzzi

Articolo apparso su Il Giornale dell’Architettura (informatica), Novembre 2006

This entry was written by gt, posted on 16 Dicembre 2006 at 16:40, filed under Architettura, Articoli/scritti, Biblioteca, Digital life, Recensioni, Riviste. Bookmark the permalink. Follow any comments here with the RSS feed for this post.

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